
Ore 4:15 suona la sveglia…. Ma in realtà il sonno non è stato tranquillo….. è stata la notte precedente alla Maratona di Roma…. l’ansia, la preoccupazione, l’incertezza di questa giornata speciale la fanno da padrona… Ci si alza… Le previsioni non sono buone e, purtroppo, sono azzeccate: fuori piove…È buio e gli schiamazzi di chi rientra dal sabato sera di certo non aiutano. Ci si prepara, divisa pronta dalla sera prima, un caffè veloce e poi via…. Appuntamento in sede ore 5,50…. Si arriva e, puntuali, si parte incolonnati alla volta dell’ Auditorium. Sono diventate le 6,20… Arrivano tutti e tutti ora sono operativi. Iniziamo, è il momento della logistica, coadiuvata da tutto il gruppo, c’è chi monta il PSF, chi i lettini, chi il gazebo, chi l’impianto elettrico, chi le scrivanie……fatto! Sono le 7,15 adesso entra in gioco il settore sanitario. Il responsabile non dorme da giorni….. Perché si, quella è una responsabilità vera: si tratta della salute degli atleti, tanti, circa 80.000 iscritti, determinati a finire il percorso, sono mesi che si preparano, ma alle volte questo può essere un pericolo. Quindi bisogna essere attentissimi, anche ai piccoli particolari, per poter fronteggiare ogni emergenza. Alle 8:00 tutto deve essere al posto giusto. Si allestisce l’interno e, d’ora in poi l’accesso è solo riservato ai medici e sanitari. Medicinali, strumentazione, arrivano i medici. Intanto all’esterno si cerca di dare le ulteriori indicazioni ai soccorritori…sebbene i ruoli siano già stati assegnati, ci si raccorda per gli ultimi ritocchi… Ecco, sono arrivate anche le ambulanze delle altre Associazioni. Perfetto! Sono le 8.00. Ora è veramente tutto pronto. Si aspetta il controllo e, nel frattempo, si beve un caffè, si mangia un cornetto (ed anche due) offerto dal Presidente, si condivide il momento ludico. Sono le 8,15 d’ora in poi concentrazione. Ultimo briefing, sopra tutto con le squadre che devono posizionarsi sul percorso e controllare se qualche atleta si sente male, accompagnarlo nel punto medico e, in casi gravi, trasportarlo nel vicino nosocomio, a mezzo delle ABZ ivi presenti. Ecco sono le 8,30, tutti in postazione. Continua a piovere, a far freddo, non sembra neanche che sia entrata la primavera. Ma noi siamo lì, ognuno al proprio posto. I volontari più anziani, i veterani di questo tipo di manifestazioni, i responsabili dei settori e delle squadre danno gli ultimi consigli a quelli nuovi… che ascoltano ed imparano… E tutti, per qualsiasi dubbio, guardano il Presidente… che è lì, pronto a rispondere alle loro domande, quasi come un padre che da sicurezza ai suoi figli. Ore 9:45 arrivano i primi atleti, a bordo delle handbike… Il resto è cronaca. Siamo al km 30, quindi a 12 km dal traguardo… Ma per gli atleti sembrano 100 di Km. Li Incitiamo, sono stanchi. Ma anche noi lo siamo. Tanto… Ma abbiamo la forza e la voglia di sorridere… Per loro… Per noi… L’ ultimo atleta passa davanti alla postazione attorno alle 13,30… è un disabile, che i nostri volontari sul percorso hanno aiutato a sostituire la ruota della sua carrozzina, ok aggiustata… ora potrà arrivare al traguardo… passa davanti a tutti noi e noi lo acclamiamo e gli diamo forza… è in netto ritardo….ma non conta per noi… la sua forza annulla fatica, pioggia e freddo. Possiamo iniziare a smontare, nelle stesse modalità con cui abbiamo realizzato quest’isola sanitaria… Solo un pò più sollevati ma, di certo, fisicamente provati. Alle 17,00, chi prima chi dopo, arriva a casa. Bilancio? Qualche intervento, qualche piccolo infortunio, ma fortunatamente nulla di grave. Noi eravamo lì con il nostro solito impegno, sfidando la pioggia che non ha smesso un attimo, con le divise zuppe, i capelli bagnati, le mani fredde ed anche bersaglio di quegli automobilisti che si sono scagliati contro di noi (non con la Municipale che ci è accanto), accusandoci di avere bloccato Roma e di aver mandato in tilt la viabilità. E noi? Sorridiamo. Il volontario è fatto così!
Questa è la semplice cronaca della Maratona di Roma, di una giornata uggiosa ma meravigliosa, ogni anno faticosa, ma sempre unica.
Personalmente a chi mi chiede ” ma chi te lo fa fare? così non ti riposi mai, con quel tempo poi!” Sapete? Io non so e non voglio dare una risposta. La risposta è dentro ognuno di noi e sarebbe impossibile circoscriverla ad un concetto, una frase scontata ed universale. Per ognuno ha un’ accezione ed un valore soggettivo e privato.
Tuttavia credo, senza peccare di presunzione, che il comune denominatore sia il termine” EMOZIONE”, che come tale non si spiega… Si sente e basta!
Grazie Roma. Grazie Anpas. Grazie organizzatori. Ma sopratutto grazie amici del K9, per aver reso ancora una volta questa giornata unica!
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