Il volontariato sociale

Abbiamo intervistato la responsabile del settore sociale del K9, Eleonora Giovannini.

Che cos’è il sociale e in cosa consiste?

Questo settore ha iniziato la sua attività nel 2014, con l’assistenza ai senzatetto, e da quel momento svolge molte attività, tra cui la mensa al don Calabria e l’assistenza alle persone più bisognose.

Viene accettato il sociale oppure ha ricevuto critiche? 

Non ci sono state critiche, anzi riceviamo sempre feedback positivi da tutte le persone che aiutiamo e non solo. Noi siamo molto fieri per questo e l’attività che svolgiamo per i più deboli ci porta sempre molte soddisfazioni.

Com’è l’incarico di responsabile del sociale?

Il responsabile ha la responsabilità del settore e quello che riesce meglio è tenere i rapporti tra tutti gli utenti. La cosa che mi piace di più è il rapporto che si crea in strada.

Com’è stato il rapporto con le persone nel periodo della quarantena e se è cambiato con il passare del tempo?

È iniziato con diverse attività come l’unione con il Conad di via Arola per fare materialmente le spese per le persone che non potevano uscire di casa a causa di vari problemi e, grazie a questa unione, siamo riusciti a fare e consegnare circa 400 spese. Un altro servizio per le famiglie bisognose che siamo riusciti a realizzare, grazie all’aiuto di varie catene di supermercati, è stato quello delle raccolte alimentari, con le quali siamo riusciti a raccogliere molte risorse per queste famiglie. Grazie alle persone che si sono unite a noi in quel periodo, siamo riusciti a sostenere molte famiglie. In questo momento stiamo aiutando circa 30 famiglie e qualche parrocchia per la mensa. Durante la pandemia abbiamo effettuato 1400 consegne fino a settembre, con il servizio denominato SOS spesa. Adesso le famiglie le seguiamo anche con la donazione di vestiario, oltre che con i generi alimentari.

Da quanti anni sei responsabile del sociale o ne fai parte? 

Sono responsabile del sociale dal 2014, sono in associazione da più di 13 anni e ho i miei compagni che mi danno una mano come Rino, Valeria e David. La cosa più importante per andare avanti serenamente è mantenere i rapporti.

Articolo di: Matteo C, Denise F e Lorenzo L

D.A.D: Le opinioni dei ragazzi del K9

La didattica a  distanza (o D.A.D) è ormai diventata parte integrante nelle vite degli studenti di tutto il mondo. Grazie alla tecnologia, moltissimi ragazzi e ragazze possono seguire le lezioni e non perdere anni di scuola. La didattica a distanza può sembrare un buon metodo per non saltare le lezioni ma dalle interviste effettuate dal gruppo di cronaca della “Gazzetta del K9” sono emersi diversi problemi.

Molti intervistati hanno riscontrato diversi problemi rispetto alla scuola in presenza, chi più chi meno. Questo malessere è dovuto, secondo gli intervistati, alla difficoltà di organizzarsi da un giorno all’altro degli enti e ai metodi d’insegnamento dei professori, giustamente non preparati ad un metodo di insegnamento del genere. Due intervistati su tre accusano cambiamenti di orario molto frequenti, la maggior parte dei professori hanno difficoltà a spiegare senza un’aula in presenza, spiegare ad una videocamera non è come guardare negli occhi i ragazzi. Tutto questo ha comportato una scarsa progressione con il programma scolastico compensata con l’aumento dei compiti che è diventato “eccessivo”.

E’ stato bello non aver fermato anche la scuola, ma sicuramente è necessario continuare a lavorare, sia gli enti che noi alunni dobbiamo mettercela tutta per sviluppare competenze nuove fino ad ora non richieste e avere più pazienza.

Articolo di: Lorraine B, Giulia DL , Luis Daniel D, Margherita I, Matteo P

Violenza domestica in tempo di Covid

Durante il periodo di quarantena è stato rilevato un incremento del numero delle violenze domestiche, Proprio perché molto spesso la violenza avviene dentro la famiglia e con le uscite ridotte le possibilità di maltrattamento sono aumentate.

In particolare sono aumentate da circa 36.000 fino a superare le 40.000 vittime. Tra queste vittime circa il 90% sono donne e il restante 10% anziani e bambini, questa quarantena è stata come vivere un incubo per queste persone, perché costrette ad essere chiuse in casa con i loro maltrattatori. Questo numero elevato di vittime è molto preoccupante perché la maggior parte di loro non è riuscita a denunciare l’accaduto per paura di subire altra violenza o maltrattamenti, inoltre sono aumentati i femminicidi tanto che mediamente ce ne sta più di 1 a settimana. 

Perché il virus porta a un aumento della violenza sulle donne?  

Le ragioni sono molteplici. A cominciare dal fatto che il potenziale rischio di perdere il lavoro in questo periodo con conseguente stress economico finisce con l’aumentare la rabbia sociale. La rete di protezione sociale si è modificata con riduzione dell’accesso ai servizi. Ciò ha portato le persone a rimanere a casa e, quindi, il confinamento provoca l’aumento del rischio di violenza domestica con le persone più a stretto contatto. Stare sempre insieme può condurre colui che compie violenze ad esercitare un maggior controllo sulle vittime e l’accesso ai servizi limitato impedisce di aiutare sufficientemente coloro che subiscono le violenze. Non è semplice prevenire i casi di violenza domestica: riluttanza alle denunce con addirittura e questo è forse anche peggio la difesa del persecutore; complesso di inferiorità sono alcune barriere che ostacolano la lotta alla violenza sulle donne. Nonostante tutto quello che si fa, per problemi legati a tempistiche e problemi burocratici non è ancora stato risolto questo bruttissimo problema.      

Articolo di: Margherita I, Giulia Di L, Luis Daniel D, Matteo P e Lorraine B

UN AMBULATORIO PER TUTTI

Il dodicesimo municipio di Roma che va da Via Aurelia fino a Via Portuense è composto da diverse zone tra le quali Pisana e Bravetta, entrambe ad alta densità urbana.
All’ interno delle stesse operano innumerevoli associazioni che si dedicano ai più bisognosi e agli “ultimi”; con loro, anche noi del K9; durante questo difficile momento siamo stati vicino alla popolazione più bisognosa sostenendola con la raccolta e la ridistribuzione sul territorio di generi alimentari e beni di prima necessità.
Si può pensare che sia stato proprio questo il momento che ci ha portati a chiederci cosa avremmo potuto fare di più per coloro che vivono in condizioni di precarietà sociale ed economica della zona.
Da qui ha cominciato a prendere corpo l’idea di un ambulatorio sociale, pronto a garantire il diritto alla salute anche a chi non può permetterselo economicamente.
Il primo passo da fare era quello di cercare uno spazio adeguato e l’abbiamo trovato in un locale di 250 metri quadri di via Avanzini 39.
Salvo imprevisti prevediamo l’apertura dell’ambulatorio per la prossima primavera; sarà gestito da medici, infermieri e volontari che si metteranno a disposizione utilizzando prettamente il loro tempo libero. Al momento abbiamo la disponibilità di cardiologi, pneumologi e psicologi, ma lavoriamo per implementare gli ambiti medici.
Ci sarà un numero telefonico dedicato, presso il quale si potrà prendere appuntamento; il nostro progetto non finisce qui stiamo infatti valutando la fattibilità di una futura postazione spot per potenziare il servizio sul territorio con l’impiego di un’auto medica, di un’ambulanza e di un furgone per il trasporto disabili.
Nessuno dovrà essere dimenticato, è questa la nostra missione! Per questo saranno previsti anche momenti informativi e di incontro aperti a tutti e volti a stimolare le persone a prendersi cura di sè e degli altri.

Articolo di: ,Alessio A, Benedetta C e Thomas V