Durante il periodo di quarantena è stato rilevato un incremento del numero delle violenze domestiche, Proprio perché molto spesso la violenza avviene dentro la famiglia e con le uscite ridotte le possibilità di maltrattamento sono aumentate.

In particolare sono aumentate da circa 36.000 fino a superare le 40.000 vittime. Tra queste vittime circa il 90% sono donne e il restante 10% anziani e bambini, questa quarantena è stata come vivere un incubo per queste persone, perché costrette ad essere chiuse in casa con i loro maltrattatori. Questo numero elevato di vittime è molto preoccupante perché la maggior parte di loro non è riuscita a denunciare l’accaduto per paura di subire altra violenza o maltrattamenti, inoltre sono aumentati i femminicidi tanto che mediamente ce ne sta più di 1 a settimana.
Perché il virus porta a un aumento della violenza sulle donne?
Le ragioni sono molteplici. A cominciare dal fatto che il potenziale rischio di perdere il lavoro in questo periodo con conseguente stress economico finisce con l’aumentare la rabbia sociale. La rete di protezione sociale si è modificata con riduzione dell’accesso ai servizi. Ciò ha portato le persone a rimanere a casa e, quindi, il confinamento provoca l’aumento del rischio di violenza domestica con le persone più a stretto contatto. Stare sempre insieme può condurre colui che compie violenze ad esercitare un maggior controllo sulle vittime e l’accesso ai servizi limitato impedisce di aiutare sufficientemente coloro che subiscono le violenze. Non è semplice prevenire i casi di violenza domestica: riluttanza alle denunce con addirittura e questo è forse anche peggio la difesa del persecutore; complesso di inferiorità sono alcune barriere che ostacolano la lotta alla violenza sulle donne. Nonostante tutto quello che si fa, per problemi legati a tempistiche e problemi burocratici non è ancora stato risolto questo bruttissimo problema.
Articolo di: Margherita I, Giulia Di L, Luis Daniel D, Matteo P e Lorraine B
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